Buongiorno lettori!
Qui con noi oggi c’è l’autrice di Ladre di felicità.
Grazie per aver accettato di essere intervistata!
Allora, iniziamo:
chi è Milena Costagliola oltre ad essere un’autrice?
Sono una persona con tanti interessi e molto curiosa, curiosa di conoscere e di imparare sempre nuove cose. Però allo stesso tempo sono una frana nella vita. Mi sono diplomata al Liceo e ho iniziato ben due Università senza finirne nessuna. Sono inciampata tante volte nella vita, ma mi sono sempre rialzata e mi piace pensarmi come una persona in continuo mutamento, in continua crescita. Sono una mamma, ma non sono la classica mamma che sa fare i dolci in casa. Sono una mamma che gioca a calcio in piazzetta con suo figlio, che lo porta al mare a nuotare, in giro in bici, al cinema. Insomma sono sempre un po’ fuori dagli schemi.
Bene! Le mamme attive ci piacciono!
Come hai vissuto l’esperienza del primo libro?
Quando ho firmato il contratto non sapevo bene cosa aspettarmi. Ora a distanza di alcuni mesi dall’uscita di Ladre di Felicità provo sentimenti contrastanti. Sono estremamente felice che il libro alla fine sia piaciuto. Mi sono arrivati tanti messaggi su fb, da diversi posti d’Italia, che mi hanno realmente riscaldato il cuore. Allo stesso tempo non riesco a non provare un pizzico di delusione per non essere riuscita a farlo conoscere di più. Sono un’esordiente, per giunta trentottenne, e questo ha pesato più del valore del libro. Ho ricevuto tanti NO a prescindere, addirittura da testate locali, che non hanno neanche voluto leggere il libro!
Perché la scelta di far vivere alle tue protagoniste proprio questa storia d’amore?
La storia è nata un po’ per caso, e neanche io mentre la scrivevo sapevo bene come sarebbe andata a finire. Non mi sono data un obbiettivo da seguire, mi sono lasciata guidare dalle mie sensazioni. Sta di certo, che subito ho capito che raccontare un amore proibito, come quello fra Angela e Giulia, mi permetteva di dar voce a tutti quei sentimenti più silenziosi, più nascosti delle donne. Il loro sentirsi sempre obbligati a comportarsi in un certo modo, perché ad esempio da una mamma ci si aspetta che faccia la mamma e basta, e che soffochi la sua parte femminile. Che la propria felicità debba venire sempre solo dopo. E anche quando una donna è felice, e non arreca nessun danno a nessuno, perché in fondo si è semplicemente innamorata di un’altra persona, si sente una Ladra ed è piena di sensi di colpa.
Quanto la tua realtà sociale c’è nel libro? Io sono di Salerno e ho visto nel tuo libro alcune sfaccettature non distanti dall’ambiente propriamente meridionale.
Sì, il sud con tutte le sue contraddizioni, c’è tutto nel libro. C’è l’arretratezza di alcuni quartieri periferici di Napoli, e c’è l’emancipazione rappresentata da Angela, donna libera e indipendente. C’è la bellezza di paesaggi mozzafiato e lo squallore di certi posti di periferia. Una parte del libro, quella centrale, anche se non lo nomino mai, è ambienta nel mio paese. Quindi direi che c’è sicuramente una parte della realtà sociale in cui vivo.
Quando e come è nata l’autrice?
Io ho sempre scritto. Scrivere e leggere sono due cose letteralmente vitali per me. Leggere, soprattutto, mi ha sempre, in un certo senso, salvata da me stessa. E scrivere mi è sempre venuto abbastanza naturale. Sono dovuta crescere, e tanto, per trovare il coraggio di mostrare qualcosa di mio ad altri. In questo caso la persona che ha creduto in me, in Ladre di felicità, è stato Giorgio Pozzi della Fernandel. È grazie a lui se una sconosciuta come me, senza alcun curriculum letterario alle spalle, ha potuto esordire come autrice a trentotto anni!
Cosa ne pensano le persone a te vicine del tuo libro? Come affrontano l’idea di conoscere una scrittrice?
In realtà non lo so bene. Mia nipote di quasi nove anni, quando ha visto il mio libro in libreria è diventata tutta rossa per l’emozione. Mio figlio, dopo aver ascoltato la presentazione ha detto vicino a mio marito “Papà ma una donna si deve comunque sposare con un uomo!”. Ecco, queste sono due reazioni eccezionali che ricorderò per sempre. Poi ci sono i complimenti, tanti, ricevuti dagli amici, ma credo che quelli siano normali.
Grazie mille! Ti lascio le prossime righe per parlare con i tuoi lettori!
Grazie a tutti quelli che hanno letto Ladre di felicità. È stato bello scoprire dai vostri commenti, come molti di voi non si sono fermati all’apparenza della semplice storia d’amore, ma abbiano vissuto la storia di Giulia e Angela, con vero trasporto. Come vi siete fatti coinvolgere, e avete anche voi alla fine amato le due protagoniste come me. Grazie, grazie, grazie.