Ladre di felicità di Milena Costagliola è il libro di cui parliamo oggi.
Un libro umano sotto tutti i punti di vista.
Amare noi stessi e ciò che ci fa stare bene è il punto cardine intorno a cui ruota la storia dell’autrice.
Due donne si incontrano nella bellissima Napoli, Giulia e Angela. La prima è sposata ed ha una famiglia di cui sente di doversi prendere cura. La seconda è indipendente e libera.
Eppure da un incontro così inatteso e casuale, la vita di Giulia sarà stravolta.
La società in cui vive la vuole moglie, madre, casalinga, prima ancora che donna.
Deve attendere il marito a casa dopo i suoi lunghi viaggi ed essere disponibile ad un sesso senz’anima. Deve provvedere ai figli senza batter ciglio.
Non ha la patente, per cui non è autonoma neanche negli spostamenti.
Può bastare così poco per essere felici, e a volte no.
I pensieri tormentati da ciò che deve essere e ciò che è e vuole essere torturano Giulia, finché non cede ad essi e ad Angela, scoprendo una parte di sé e della vita che finalmente la rendono davvero viva.
Il dilemma fondamentale di ognuno emerge dalle pagine di questo libro: sopravvivere e fare ciò che ci permette di avere una vita tranquilla, o vivere davvero, anche a costo di infrangere le aspettative retrograde e conformiste che ci sono state imposte?
Lottare, lottare sempre per ciò che ci rende vivi!
Cosa mi è piaciuto
La storia è narrata molto bene, con uno stile disinvolto e scorrevole.
Lo scenario è mozzafiato.
Credo che il tormento di Giulia sia descritto molto dettagliatamente, descrivendo perfettamente il suo disagio e la sua felicità.
Cosa non mi è piaciuto
I toni un po’ smielati in alcune occasioni non li ho amati, ma questo è dettato da un gusto del tutto personale.
Sicuramente consigliato!
Autore: Milena Costagliola
Editore: Fernandel
Pagine: 162 p.
Prezzo: 15 €
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