L’anima rubata è un titolo più che appropriato per questo romanzo così complesso e carico di argomenti spinosi.
Valeria è una precaria della scuola italiana, mamma del piccolo Alejandro, moglie di Ramòn, e donna vittima ed anche rassegnata alla presa salda del conformismo italiano.
Esprime appieno il prototipo del laureato italiano, in special modo quello dell’insegnante, ma non solo.
Tutto fatto secondo quello che mia nonna, e molte altre nonne italiane, descrivono come il percorso migliore: laurea – matrimonio – figlio.
Facile a dirsi, e a farsi anche.
Il problema è dove si collocano tutte le aspettative, gli anni di sudore e fatica investiti nello studio, i sogni anche che noi giovani abbiamo?
Si può realmente insegnare con supplenze per anni? E’ questo che ci viene offerto?
Io che sono insegnante posso testimoniare di sì.
Vero è che chiunque potrebbe sollevare una lecita domanda: chi te l’ha fatto fare?
La Valeria che incontriamo nel libro non ama per nulla il sistema scolastico ormai deleterio che si è affermato negli ultimi anni, che vede i professori impossibilitati a fornire un’istruzione adeguata ai propri alunni pur volendo.
La vita che sogna è un’altra, magari in Messico, paese d’origine del marito, sollevando un altro tarlo della nostra società.
Se tutti i nostri giovani vanno via, ma qui chi resta?
Davvero è l’unica soluzione volare in un paese che non è il nostro per costruirsi un avvenire, lasciando le proprie origini alle spalle?
Io amo insegnare e il contatto con i ragazzi, eppure mi sono rivista nelle frustrazioni della protagonista dinanzi a classi improponibili con una preparazione nulla.
Altro scottante tema è l’omosessualità e la possibilità delle coppie omosessuali di adottare.
Valeria solleva il suo rifiuto verso questa possibilità.
Al di là del mio e del vostro pensiero personale, la questione si sposta sui messaggi subliminali presenti un po’ ovunque su come una famiglia gay sia normale.
Domandona: Lo è? Oppure rovescia il concetto base di famiglia?
Un’ulteriore polemica è rivolta contro alcuni blog di libri: frasi sgrammaticate, traduzioni errate, superbia dei gestori (spesso giovani donne) ancorati ad una realtà virtuale in cui i like sono fondamentali per la sopravvivenza.
E qui mi sono fermata e mi sono interrogata.
Per fortuna ho ripreso a respirare pensando No! Le mie recensioni sono vere!
Cosa mi è piaciuto
Il libro solleva tante domande scomode e punta l’obiettivo su questioni scomode di cui troppo poco si discute costruttivamente, soprattutto in internet.
Lo stile scorrevole rende la lettura piacevole.
In conclusione una lettura fortemente consigliata, che genera tanti quesiti e dubbi.
Una ramanzina spietata e senza peli sulla lingua.
Autore: Consuelo Murgia
Editore: Self-publishing
Prezzo: ebook 2,99€, copertina flessibile 13,94€
Pagine: 268 p.
Un pensiero su “L’anima rubata”