La Bestia

Maggio 2017 è la data di uscita del romanzo a fumetti di cui vi parlo oggi.

La Bestia si apre con una riflessione di Gianmaria Contro su cosa sia e rappresenti un killer, un assassino seriale o meno.

Perché, appunto come suggerisce lui, nell’immaginario collettivo è un mostro, qualcuno che perdendo la sua umanità è capace di fare del male ai suoi simili, un uomo non più uomo che rinnega i dogmi della società in cui vive.

Ma non è solo questo.

“Sono anche entità capaci di influenzare l’opinione pubblica, modificare l’immaginario collettivo, influire sul gusto e sul costume, fino a determinare – nel caso di Jack (lo Squartatore), per esempio – addirittura le “politiche sociali” di un governo…”

E se ci fermiamo a riflettere, è perché esistono loro che sono nate diverse scienze sociologiche che mirano a comprenderne la mentalità e la metodologia d’azione.

Come sostiene Contro, però, noi così tentiamo di rinchiudere in una gabbia chi invece compie solo ciò che soddisfa i suoi bisogni più perversi.

Seguiamo in questo romanzo il Mostro di Sacramento attraverso undici anni, dal 1969 al 1980, dai suoi primi assassinii alla sua morte.

Dapprima un giovane agente East, poi anni dopo la cadetta dell’FBI MJ, cercheranno di dare un volto all’assassino che uccide a sangue freddo le sue vittime.

Cosa mi è piaciuto

Ciò che ci viene mostrato è come sia complesso e lungo un processo d’investigazione, a differenza, Contro sostiene, di come sia idealizzato insieme all’immagine del poliziotto perfetto nella mente di noi civili.

Esistono solo attese e a volte senso di frustrazione perché non si riesce ad afferrare la prossima mossa, non si capisce il modus operandi, o pur comprendendo tutto ciò, il nemico rimane sfuggente.

In modo sottile, gli autori evidenziano come il nostro lato oscuro, fatto di ossessioni e manie, sia sempre in agguato, pronto ad uscire e prendere il sopravvento, anche nei soggetti meno sospettabili.

Così l’assassino diviene qualcuno che invece ha ceduto. Si è abbandonato alle perversioni che gli permettono di vivere bene con se stesso.

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Un lavoro capace di mantenere l’equilibrio tra bene e male sul filo del rasoio fino all’ultima tavola.

Disegni graffianti e dal tono cupo calano il lettore in un’atmosfera irrequieta e pericolosa.

Autori: Enna / Siniscalchi

Editore: Sergio Bonelli Editore

Pagine: 288 p.

Costo: 9,90 €

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La Bestia

 

4 pensieri su “La Bestia

  1. davidpangrazi ha detto:

    La copertina di questo fumetto racconta in realtà il legame tra la Rosa Rossa ben evidenziata nel disegno e gli omicidi seriali. La bestia e’ questa efferata entità massonica che recluta anche ex agenti dei servizi. Ancora una volta i fumetti raccontano delle verità mascherate da fantasie…

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  2. cormi57 ha detto:

    Ecco, mi permetto solo di rettificare un concetto. L’assassino, il mostro, non e’ uno che “ha ceduto”. Non e’ neanche uno che “Si è abbandonato alle perversioni che gli permettono di vivere bene con se stesso”.

    Anzi, l’assassino, chi commette azioni esecrabili, e’ soggetto a profonde crisi depressive e terribili sensi di colpa, che giungono fino a sopprimere se stessi attraverso il suicidio. E’ un atto di autopunizione per una condanna autoproclamata, una sorta di sacrificio rituale in espiazione e redenzione, nella speranza di un tardivo perdono da parte dell’umanita’; perdono che non giungera’ mai.

    Quante volte sentiamo dire ai telegiornali: “Ha ucciso tutta la sua famiglia con inumana efferatezza, e poi si e’ sparato un colpo in testa… e poi si e’ gettato da…. e poi ha ingerito…”

    Per il senso di colpa del “mostro efferato” si possono leggere i racconti di E.A.Poe. Mai, dico mai, il protagonista assassino si compiace dei suoi gesti, anzi, e’ talmente inorridito e nauseato da se stesso che quasi sempre si sopprime.

    Infine, il mostro assassino, e’ uno che non riesce a controllare il proprio egoismo. Non e’ uno che “cede” abbandonandosi a un sadico edonismo. E’ un individuo con un ego talmente spropositato che supera i confini della propria persona per invadere e sopprimere l’esistenza altrui.

    Questi concetti non sono miei. Si possono leggere nel libro “Il Mondo Come Volonta’ e Come Rappresentazione” di Arthur Schopenhauer. Nella parte finale egli affronta i vari modi di affermazione e negazione della Volonta’, parlando appunto dell’assassino, del suicida, del santone indiano che si infligge delle torture, e di colui che si uccide smettendo volontariamente di nutrirsi come e’ successo a certi santi eremiti cristiani.

    Grazie per avermi dato la possibilita’ di condividere le tue opinioni con le mie.
    Ciao, Elvira 🙂

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