Partendo dal presupposto che Dracula di Bram Stoker è IL libro della mia vita, e che il film di Coppola è il mio compagno preferito per le serate in cui ho casa libera, quando ho visto il romanzo della Luchetti ho tremato.
L’ho acquistato dopo due giorni in cui mi sono torturata pensando a come e cosa raccontasse.
Si ha sempre un po’ paura di ritrovare i propri miti reinterpretati, o almeno esposti da un altro punto vista. Come se questo potesse portarci via una parte della magia che li ha resi unici.
Alla fine non resisto: lo prendo.
Siamo subito catapultati ad Hellsgate, un laboratorio in cui esperimenti terrificanti prendono vita.
Vincent Harker tenta, infatti, di trovare rimedi a malattie incurabili e la chiave per una vita lunga e oltre i limiti umani mischiando il sangue del leggendario vampiro, chiuso nel sotterraneo, con le sue cavie umane.
Grazie all’aiuto di un giovane sensibile, Peter Clarks, Dracula riesce a liberarsi e far ritorno in una Londra profondamente diversa da quella che lui ricorda.
Qui la sua vita si unirà a quella di Yrden Clarks, giovane donna in cui rivive l’anima appartenuta prima all’amata moglie di Dracula e poi a Mina Murray.
Il loro amore nascerà e crescerà con delicatezza e passione, mostrandosi da subito indissolubile e capace di superare qualsiasi ostacolo.
Rivive in queste pagine un Dracula feroce e tenebroso, capace anche di redimersi per amore e di rischiare la sua stessa vita per difendere colei che ama.
Si mostra passionale, galante, turbato con la giovane Yrden, poiché non vuole condannarla al suo stesso destino, ma il desiderio di lei non gli consente di allontanarla.
Dice bene il titolo Love never dies, piuttosto si tormenta nei secoli per continuare a risvegliarsi.
Cosa mi è piaciuto
E’ stato bello incontrare ancora una volta tutti i personaggi, chiaramente diversi poiché, ad esempio, Vincent Harker è un discendente di Jonathan Harker, e lo stesso vale per Van Helsing, Holmwood, Morris e Seward.
Interessante il personaggio di Mercy Holmwood Godalming, che da cacciatrice del vampiro è la prima a porlo sotto una luce diversa, senza scindere l’uomo dal mostro che è diventato.
Ne mette in evidenza la sua tenacia, il suo attaccamento alla vita dettato dalla speranza di unirsi per sempre all’oggetto del suo amore. Un uomo che vive da sempre nel dolore e nella solitudine per la donna che ama.
Ed anche lei è coinvolta in una storia d’amore non meno struggente e passionale con Noah Clarks, il più piccolo dei tre fratelli.
L’impaginazione è davvero suggestiva e concede un tocco classico a tutto il romanzo.
Anche la copertina mi ha colpita con i suoi colori scuri, e ad essere sincera anche il bel tipo in primo piano!
Infine, incantevoli i ringraziamenti dell’autrice. Il primo è ai suoi lettori.
Credo sia fondamentale per un autore instaurare un saldo rapporto con chi legge i suoi scritti, perché il primo ne è il creatore, il secondo dona vita e corpo alla mente dello scrittore.
Per concludere, da amante di Stoker, posso dire di essere entusiasta di aver letto questo libro.
E grazie a Natascia Luchetti per la dedica!
Autore: Natascia Luchetti
Editore: Delrai edizioni
Pagine: 345 p.
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Dracula: Love Never Dies
recensione invogliante, ma rimango scettico come lo eri tu prima di leggerlo. hai avuto coraggio
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E direi proprio di sì! I classici sono intoccabili! Però questo mi è piaciuto.
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Concordo con il film di Coppola,quel film è insuperabile. Per curiosità ho visto – Intervista con il vampiro – ma nulla secondo me può competere con quello di Coppola! Bye! 🙂
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Vero! Mi trovi perfettamente concorde. Le scenografie e i dialoghi di Coppola fanno rabbrividire per la spettacolarità e il coinvolgimento.
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😉
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“Nosferatu” di Werner Herzog. Un film del 1979. Sul tema del vampiro, ma piu’ che vampiro, sul tema dell’uomo maledetto dal mondo, costretto a vivere per sempre, costretto a diffondere la peste ovunque vada, costretto ad amare senza essere amato; mi permetto di suggerire un confronto fra cio’ che si dice in questa recensione e questo film, che io amo molto di piu’ del Dracula di Coppola, perche’ quest’ultimo si abbandona un po’ troppo agli effetti scenografici, e finisce per tradire il tema romantico-gotico del mito di Dracula.
Infine vorrei suggerire di approfondire le ragioni storiche del mito di Dracula, che sono le stesse del mito del minotauro. Per il minotauro abbiamo la guerra commerciale fra Minoici e Cretesi per il dominio del mare, per Dracula abbiamo la guerra politica e commerciale fra popolazioni germaniche e governanti locali nei territori della Romania. Il principe Vlad voleva ripristinare il controllo dei territori della Romania ai principi di origine rumena, contro l’invasione e il dominio commerciale da parte delle popolazioni germaniche.
Penso di essere andato anche troppo lontano, rispetto allo scopo della recensione. Mi fermo qui, ma auguro una buona lettura di questo romanzo.
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Ciao! Invece il tuo intervento è calzante, perché i libri che leggiamo, per quanto possano essere leggeri e spensierati, devono farci riflettere su ogni aspetto della storia.
E’ impressionante come ogni volta che si sia uno scontro tra due civiltà, nasce un mostro, nel senso proprio e lato del termine.
Non ho mai visto il film che suggerisci, ma se lo definisci meglio di Coppola non posso non vederlo!
Dammi un paio di giorni e ti faccio sapere.
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chiedo venia, vi prego di leggere: minoici e micenei, oppure cretesi e greci sul paragone del minotauro. Forse mi sono lasciato trascinare dal mito di Nosferatu, costretto anch’io a diffondere notizie sbagliate come fossero peste…. 🙂
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Ok. E’ un argomento interessante.
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Ciao! Ho visto Nosferatu. Molto bello, mi è piaciuto! Non l’avevo visto ed è stata una scoperta. Dai toni decisamente più oscuri! Grazie per la segnalazione!
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ciao elvira anche per me stoker è intoccabile ,con il film di cppola- insieme a “Nosferatu” di Werner Herzog- ho il libro della lucchetti, certo non ha il respiro di un classico, ma è interessante, riesce a presentarci con successo un dracula divorato dai suoi demoni…e la prosa è scorrevole, duttile, accattivante. ciauuu
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Sì, ovviamente è un genere moderno. Ambire allo stile di Stoker è difficile, credo!
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ma non è solo ” modernita”…manca quell’autentica “oscurità” che è solo di stoker e che penso oggi in molti non comprendano
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Vero. Ma Stoker è unico e inimitabile per questo! Riesce a raccontare l’essenza della parte più celata che è dentro i suoi personaggi. Ed è questa parte che fa generare l’oscurità che si respira nella sua opera. E’ magnifico. Comunque vedrò Nosferatu. Ancora non sono riuscita.
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allora devi vederlo…klaus kinski è grandioso, tinge di rosso fuoco d’eros il suo essere oscuro…e lo fa con un bacio succhia carotide in modo strepitoso…alla fine del film
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Favolosa descrizione! Stasera pizza e film allora! Andata!
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te lo consiglio…è un capolavoro
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Ciao! L’ho visto. Nosferatu intendo. Mi è piaciuto molto, anche se è più lento di Dracula di Coppola. Questo Dracula è straordinario! Ho amato ogni parte fisica del personaggio! Molto più gotico
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ciao elvira…Nosferatu: Phantom der Nach di Herzog è del 79: fedele remake di Nosferatu il vampiro , un film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau proiettato per la prima volta il 5 marzo 1922, capolavoro dell’espressionismo tedesco, trova in kinski un interprete da oscar per quel “demoniaco” che l’attore tedesco portava con sé. La scena finale in cui il vampiro si lascia bruciare dal raggio del sole perché non riesce a staccarsi dal collo della adjanì …è di un erotismo irraggiungibile dalle varie stupide pellicole sfumate di grigio, rosso etc etc 😀 .
Più che lento lo trovo un po’” costretto” in alcuni spezzoni, ma comunque un capolavoto. Dracula di bram stoker di coppola è del 92, molto diverso, come molto diversi sono i due registi: essenziale e a netti progfili herzog, sontuoso in rosso e nero a piene mani coppola. Gran bel film anche questo. scusami per il pippone ma sono una cinefila accanita fin da ragazzina. buon sabato
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Ciao! Buon sabato anche a te! No, figurati! In queste spiegazioni potrei perdermici! Grazie per la segnalazione di Nosferatu, comunque!
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Insomma, com’e’ questo libro su Dracula? Come si e’ modificata negli anni la figura del vampiro? Ma, se vogliamo riprendere un altro discorso, come si e’ evoluta in questi decenni la figura del “diverso”, del “maledetto”? Avrei piacere di leggere un commento piu’ esteso sul libro. Magari un commento da parte della sua autrice… 🙂
Nell’album “The Dream Of The Blue Turtles” di Sting, c’era anche una canzone: “Moon over Bourbon Street”, che affrontava lo stesso tema; la storia di un uomo che non riesce a contenere la propria malvagita’, e di questo se ne duole nella canzone. Dichiara di non potere resistere a se stesso quando sorge la luna piena sopra Bourbon Street, lui che era nato innocente come un agnello e che ora e’ costretto a vivere trasformandosi in una bestia feroce, incapace di contenere la propria vera natura. Insomma, anche qui un piano ribaltato, l’essere umano suscita pieta’ nonostante la propria incontenibile malvagita’.
Aggiungo due parole al commento di Vikibaum, che considero perfettamente calzante, in merito ai due film: Dracula e Nosferatu. Il film “Nosferatu” e’ un film di atmosfera interiore; la trama non e’ lo scopo principale, ecco perche’ risulta “lento”; il paesaggio e la musica partecipano a suscitare il senso di attesa di un evento tragico di cui pero’ non si conosce ne’ quando avverra’ ne’ se mai finira’. E’ la trasposizione cinematografica del senso di fragilita’ e insicurezza della vita dell’uomo moderno, vita tanto piu’ fragile e insicura quanto piu’ egli si circonda di armi tecnologicamente potenti e distruttive. Non servono armi, ne’ scienza o tecnologia, se il “demone” e’ all’interno di noi stessi. Cosi’ anche per la canzone di Sting.
Il Dracula di Stoker invece, attinge e rispetta i canoni tradizionali della cinematografia contemporanea: effetti speciali, cattura dell’attenzione dello spettatore, morsa di spavento e orrore. Secondo me e’ il classico film del terrore, con effetti speciali barocchi, ma sviluppati con con la bravura e l’esperienza di un grande regista cinematografico. Lo dico con tutta l’umilta’ e il rispetto per chi gradisce questo film.
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No, figurati. Hai perfettamente ragione. Soprattutto la scena, tra le ultime, in cui Dracula raggiunge Mina che sta riposando, è molto esagerata. Anche la morte stessa di Dracula è estremamente artificiosa. E, come dici tu, proprio tutto questo eccesso incanta lo spettatore.
Il Dracula della Luchetti è un “mostro” che riflette su sé stesso. C’è un momento, nel libro, in cui parla con la discendente della famiglia Holmwood Godalming riflettendo sul suo essere una figura aberrante.
Vediamo un Dracula tormentato e a volte incerto, come quando è indeciso se trasformare o meno Yrden in un vampiro o meno.
Il libro è, però, completamente rinnovato nel suo insieme. Dai personaggi alle ambientazioni.
Possiamo dire che questo Dracula si inserisce nel gusto letterario tipico della nostra epoca: è un essere tormentato che cerca la redenzione attraverso l’amore. Il travaglio interiore manca, però, dell’oscurità tipica di Stoker.
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Ho letto il bellissimo articolo e sono molto felice di averti colpita. Il mio Dracula prende a piene mani più che dall’originale e granitico Dracula di Stoker, dal film di Coppola. Ho creato la storia partendo da esso e immaginandomi un finale diverso.
Il mio Dracula è tanto uomo quanto mostro. Le sue due facce si equilibrano perfettamente nella ricerca tormentata di un amore passato, ma ancora vivo. Sono d’accordo sul fatto che la mia oscurità non sia intensa e forte come quella di Stoker, poiché io non puntavo all’orrorifico, ma alla tenebra della privazione.
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Grazie Natascia per essere intervenuta! E’ molto gentile da parte tua. Sei la benvenuta!
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