Le porte di Roma

Mi ritrovo, così, a parlare di uno dei personaggi storici che io amo di più in assoluto.

E lo dico da filologa classica (wow!).

Penso che già parlare di Caio Giulio Cesare sia complicato. Perché?

Perché ha a tal punto influenzato la storia da essere ricordato, spesso senza saperlo, nei modi e nei luoghi più disparati.

Intanto ha segnato la fine della res publica romana! E scusate se è poco (Dopo di lui, con Ottaviano, inizierà il principato)!

Il mese di Luglio si chiama così (da Iulius=Giulio) perché dedicato a lui.

E giusto per dirne un’altra, anche il termine Zar (titolo dei sovrani dell’Impero russo) deriva proprio da Caesar!

Perdonatemi, ma tutto ciò era necessario per chiarire quanto sia stata studiata nel tempo e rivisitata la figura di Giulio Cesare.

E la cosa più difficile è proprio parlare di un simbolo così “popolare” e farlo in prospettiva nuova.

All’inizio non ero sicura di leggere un romanzo storico. Ho sempre paura che le mie aspettative vengano deluse, e poi ci rimango male.

Infatti, questo è l’unico romanzo storico che abbia letto su Giulio Cesare, e forse, ora che ci penso, in assoluto.

In ogni caso, copertina carina, prime pagine interessanti, e così, vai!, l’ho comprato.

E meno male!

Mi è piaciuto davvero tanto. L’autore è riuscito in questo primo libro a presentare un Giulio nelle sue sfaccettature umane, dall’educazione con Marco Bruto, al suo primo incontro passionale, al suo grande amore per Cornelia.

Possiamo vedere l’evolversi di questo personaggio da ragazzino vivace a marito devoto e preoccupato, poiché costretto a lasciare Roma e sua moglie.

Dal carattere sfrontato e determinato si prepara al grande destino che gli spetta, senza neanche saperlo, passando in tutte le tappe obbligate del suo percorso storico.

Cosa mi è piaciuto

L’autore ha giocato con un mito e l’ha fatto davvero bene.

Lui stesso dice “Si sa molto poco dei primi anni di vita di Giulio Cesare.  Nei limiti del possibile, gli ho attribuito quel tipo di infanzia che potrebbe aver avuto..”.

Non parte però dal nulla creare questa infanzia, come dice nella nota, ma si è rifatto alle informazioni negli scritti di Svetonio, Cicerone, e altri.

In poche parole su una base storica ha plasmato l’infanzia di Cesare, scrivendo un romanzo ben fatto e attinente ad avvenimenti accaduti.

Lui riesce perché fa “rivivere gli eventi”, non li inventa.

Un’ottimo libro, scritto bene e, sebbene sia un romanzo storico, per nulla pesante o tedioso.

Autore: Conn Iggulden

Editore: PIEMME

Pagine: 381 p.

*Per chi avesse piacere di approfondire la figura di Giulio Cesare prettamente dal punto di vista storico, segnalo due opere davvero ben fatte:

  • Giulio Cesare. Il dittatore democratico di Luciano Canfora
  • Giulio Cesare di Christian Meier

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