La mente colorata. Ulisse e l’Odissea

Chi è veramente Ulisse? Come uomo, non solo come eroe, perché compie determinate scelte?

Indubbio è che, se noi ancora dopo millenni ricordiamo questi uomini, che siano essi miti o figure storiche, così lontani nel tempo, qualcosa li rende unici.

Protagonista di questo libro di Citati è la mente di Ulisse. Definita colorata.

Una mente che sa adattarsi alle sfide che le vengono presentate, senza ribellarsi o protestare; anzi le affronta cercando la soluzione più razionale ed ingegnosa.

Modella se stessa in base alle necessità, e così riesce a creare i grandi inganni oggi ancora conosciuti in tutto il mondo, come il cavallo di Troia.

Potremmo dire che l’autore, in questo encomio di Ulisse, afferma che egli possiede questa mente così speciale proprio grazie alle varie situazioni che gli si presentano, che lo portano ad indurirsi e a dominare le proprie passioni.

Una mente, quindi, forgiata dal destino stesso.

Da qui nasce un’analisi psicologica del personaggio, che lo rende un uomo dei giorni nostri. Una psicologia che sottolinea un aspetto fondamentale.

E’ il dolore a far nascere il mito di Ulisse. Lui lo affronta e lo gestisce, imparando così a dominare le proprie passioni.

In questo misto di critica letteraria e letteratura, Citati rielabora i diversi personaggi dell’Odissea, nonché le divinità stesse ed alcune figure mitiche, legandone una in particolare ad Ulisse: Ermes.

“Il suo archetipo è Ermes: le sue qualità sono quasi tutte ermetiche. Tra gli appellativi che lo distinguono, i principali sono gli stessi di Ermes: polytropos e poikilométes.”

Lo stile di questa lettura è propriamente quella di una critica letteraria, senza appesantire e annoiare.

Anzi ci permette di visitare diversi luoghi, a metà tra realtà geografica e invenzione fantastica, mescolandoli a miti, ricordi del passato e storie dei personaggi.

Autore: Pietro Citati

Editore: Mondadori

Pagine: 319 p.

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2 pensieri su “La mente colorata. Ulisse e l’Odissea

  1. Domenico Aliperto ha detto:

    questo mi sa che me lo leggo. quand’ero pischello nel CV mi definivo “versatile e scaltro”, proprio come il caro Odisseo. Già me lo vedo Citati a dire all’editor della Mondadori “Ehi, perché me l’hai corretto? guarda che si chiama Odisseo!”, e l’editor “Sì, ma i lettori italiani sono ignoranti, chiamiamolo Ulisse, ché vendiamo di più”

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    • Elvira Mastrangelo ha detto:

      Eh, mi sa di sì! A volte i ragazzi mi chiedono se Ulisse e Odisseo sono fratelli! Comunque, resto a parte, io l’ho letto al liceo, riletto all’università per un esame, e infine riletto dopo anni per piacere. Te lo consiglio.

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